Il solstizio che verrà

Oggi, alle 10,02 si è verificato il solstizio d’inverno ovvero il sole ha raggiunto la posizione più bassa sull’orizzonte, dall’emisfero boreale, andando a tramontare in corrispondenza della costellazione denominata la “Croce del sud”.

Da ora, lentamente, tornerà a risalire sull’orizzonte in modo graduale fino a raggiungere nuovamente il suo apice il 21 giugno 2021.

Anche la vita quotidiana, le abitudini, la normale cadenza delle celebrazioni e l’attività professionale di tutti, sembrerebbe aver fatto lo stesso in quest’annus horribilis, arrivando proprio in questi giorni (si spera) al punto più imo.

Ma come l’astronomia e la storia insegnano, a ogni solstizio minimo ne segue un altro massimo, a ogni momento difficile ne fa seguito uno migliore, a ogni crisi una ripresa.

Più che mai quest’anno, l’augurio che Communiqué, il suo staff e i suoi collaboratori rivolgono a tutti indistintamente è che le 10,02 di ognuno siano ormai passate e che, seppur impercettibilmente, per ora, la vita, il lavoro e la quotidianità di tutti torni a risalire come l’orizzonte del sole, tornando a una, certamente nuova, normalità, diversa nella forma ma gratificante nella sostanza .

Di certo, qualunque sarà, auguriamo che sia la migliore possibile, perché noi saremo pronti a comunicarla.

Felice 2021 da Communiqué


I vestiti nuovi dell’imperatore

“Il re è nudo!”

A dirlo, nella celebre fiaba di Hans Christian Andersen è un bimbo, con tutta l’innocenza che contraddistingue la sua età.
Una onestà che è semplicemente la schietta reazione dettata dall’evidenza.

Chi bimbo non è più, spesso perde questo nesso diretto e automatico tra evidenza e comunicazione, aprendo la strada a interpretazioni e modalità che vanno dalla canalizzazione prioritaria degli aspetti più funzionali all’obiettivo, lecito e doveroso, fino a deragliare nelle “fake” più spudorate, per nulla lecito.

La forza della comunicazione dipende dalla sua capacità di essere efficace, accattivante, tempestiva ma sempre onesta, soprattutto dipende dalla reputazione di chi la gestisce.

I due tessitori di Andersen hanno architettato un progetto che si può assimilare a certe campagne di comunicazione attuali, la cui attendibilità e consistenza è pari al tessuto prodotto dai bricconi della fiaba: il nulla più assoluto.

E così come per gli abiti dell’imperatore anche una comunicazione basata sul falso può produrre risultati nel breve periodo, ma solo fino a che il primo bimbo di passaggio si metterà a gridare divertito che il re è nudo.