L’Italia dei mille mandolini – Genova

Non è soltanto l’incalcolabile numero dei campanili a contraddistinguere borghi e città italiane con il loro essere tanto simili quanto diverse, anche lo strumento a pizzico nazionale, il mandolino, potrebbe avere altrettante storie da raccontare. Storie di città, di uomini, di stili di vita che hanno legato milioni di persone a questo magico strumento, che in ogni luogo della penisola ha saputo lasciare una diversa traccia di sé e del suo passaggio. Un segno ogni volta originale, non soltanto per caratteristiche musicali o storiche, che hanno magari contraddistinto un’epoca, ma anche per le persone che quelle epoche hanno vissuto.

Nel corso di poche settimane l’epoca in cui si stava vivendo è improvvisamente finita, lasciando il posto a un nuovo corso, ancora indefinito e in mutamento, ma certamente diverso. In mezzo alle tante, troppe ombre che ha portato con sé, questo momento ha saputo regalare qualche attimo di luce che vale la pena cogliere.

Uno di questi è raccontato dal celebre mandolinista Carlo Aonzo, che ha deciso di utilizzare il tempo dei concerti e delle tournée negate al racconto delle tante, tantissime storie legate alle città italiane e al mandolino. Camei di trascorsi musicali, affetto e passione per lo strumento, curiosità e aneddoti, in una serie di brevi clip lanciate attraverso i social media. Storie di città e della loro musica, protagonista il mandolino.

L’iniziativa verrà presentata in occasione di un  evento musicale digitale: il concerto che Carlo Aonzo terrà sabato 4 aprile, ore 18, con l’Associazione Internazionale delle Culture Unite, attraverso il Genoa International Music Youth Festival (in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Genova – Genoa Municipality) e che organizza ‘The Stage in your Pocket’. Collegandosi alla pagina Fb del Genoa International Music Youth Festival sarà possibile assistere gratuitamente e LIVE ad esecuzioni, lezioni e rubriche inerenti la musica classica e non solo.

“Non si può fermare la musica” recitano le parole di una canzone di qualche decennio fa e molto probabilmente è proprio così.